Virtù private e pubblici salotti: ecco cosa sono i gruppi di lettura social

Una volta non era affatto semplice, entrare in un salotto letterario. Bisognava essere intellettuali, personaggi in vista, protagonisti del dibattito pubblico (o, se non altro, amici dei padroni di casa); bisognava avere qualcosa di intelligente, o perlomeno di sensato, da dire, e bisognava dirlo in modo efficace, elegante, arguto. Poi, un po’ di secoli dopo, è arrivato Facebook, rivelandoci (e continuando quotidianamente a ricordarci) che non è così semplice neppure avere qualcosa di intelligente, o perlomeno di sensato, da dire.

Ma non vogliamo proporvi la solita intemerata anti-social, anzi: al contrario, uno dei principali meriti di Facebook è stato quello di rendere molto più facile la formazione di comunità legate da un interesse o da una passione condivisa. Gli amanti della lettura, ad esempio, hanno oggi la possibilità di frequentare decine di salotti letterari digitali, che sono riusciti a radunare un numero di utenti incomparabilmente superiore a quanto potessero fare i loro corrispettivi di un tempo (anche far entrare centinaia di persone in un salotto non è affatto semplice, a meno che non abitiate in un hangar).

Uno dei gruppi più attivi si chiama “Amo i libri”, e conta qualcosa come quarantamila iscritti. Ci è sembrato naturale parlare allora con la persona che lo gestisce, Angelica Lagrotta Fabiani (in collaborazione con Arianna Musetti, admin del gruppo satellite “Amo i classici”). Il funzionamento è semplice: si sceglie un romanzo, e a fine mese ci si ritrova per discuterne, scambiarsi pareri, impressioni, dubbi, entusiasmi o stroncature. Angelica ci ha rivelato che l’aspetto collettivo e pubblico di questa attività è fondamentale: non solo perché contribuisce alla creazione di un senso di comunità, ma anche perché rappresenta uno stimolo e una motivazione in più per gli iscritti. Alcuni dei quali, magari, avrebbero timore ad affrontare volumi “importanti” (anche per dimensioni): laddove invece la partecipazione a una comunità di lettori serve sia da stimolo (per affrontare la lettura) che da incoraggiamento (per non abbandonarla).

Ma Angelica ci parla anche delle regole che vigono in questi gruppi: che non sono arbitrarie manifestazioni di potere, ma strumenti per garantire che tutti gli utenti possano avere la migliore esperienza possibile, e partecipare a conversazioni cordiali e interessanti in ambienti cordiali e interessanti. Un po’ come i salotti di una volta – ma senza i centrini, le fodere ai mobili, i frutti di marmo, e la necessità di dover spolverare e alzarsi ogni volta per fare il caffé.

Ascolta qui e per richiedere la tua intervista libera scrivi a info@liberadio.it oppure chiama il 392 69 29 662

Intervista di Francesco Di Bucchianico – Articolo di Claudio Soffio

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