Lettori volontari e sale senza silenzio. Raccogliere e disseminare il sapere. Ecco la biblioteca 2.0
Le biblioteche conservano anche oggi un fascino del tutto particolare: sono luoghi del sapere, della conoscenza, in grado di suscitare sentimenti di devozione ma anche di timore quasi religiosi. Del resto, la mitologia attribuisce l’invenzione della scrittura a un dio, Thot – mito che, tra l’altro, rivela anche come la diffidenza nei confronti dei nuovi mezzi di comunicazione non sia certo un’invenzione dei nostri tempi. Ma i primi a essere consapevoli dei rischi collegati a una visione troppo astratta o idealizzata delle biblioteche sono proprio le persone che ci lavorano: quelle che, quotidianamente, si impegnano per far sì che questi luoghi restino vivi.
Il direttore della biblioteca comunale di Ortona, Tito Vezio Viola, è una di quelle persone. Viola ci invita a considerare la biblioteca come un deposito non di libri, ma di informazioni: e ci dice che la funzione della biblioteca non è tanto di custodire quelle informazioni, ma al contrario di permettere che esse possano uscire da quelle pagine e quelle stanze, e diffondersi nella società, indipendentemente dal supporto su cui sono fissate (carta, disco, eccetera) e dal mezzo usato per veicolarle (la scrittura, l’oralità…).
Le biblioteche, come le scuole, hanno il compito fondamentale di provvedere all’alfabetizzazione dei cittadini: che vuol dire, prima di tutto, renderli in grado di comprendere ciò che leggono, indipendentemente dal fatto che le parole si trovino su di un foglio o su di uno schermo, e aiutarli dunque a costruire uno spirito critico, insegnando loro a verificare sia la veridicità di un’informazione, sia l’attendibilità della sua fonte (un’abilità fondamentale, soprattutto in tempi di fake news – nuovi problemi, vecchie soluzioni).
LA LETTURA SI REALIZZA CON I SENSI
Per finire, Viola ci parla anche di un’importante esperienza nata proprio nei locali della biblioteca di Ortona, “L’appetito vien leggendo”, in cui numerosi lettori volontari si ritrovano insieme per leggere ad alta voce, in varie circostanze e per i pubblici più vari (all’aperto, nelle case di riposo, per i bambini…). Con l’obiettivo – lo stesso indicato dall’assessore Marusca Miscia nella scorsa intervista del Maggio dei Libri – di portare i libri e la cultura nel cuore, e nell’intero corpo, della comunità.
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Intervista di Francesco Di Bucchianico – Articolo di Claudio Soffio