Quelli dell’89: dieci storie per abbattere i muri
Sabato 14 ottobre 2017 gli alunni delle classi II B, III C e III F della Scuola Secondaria “ G. Mazzini” hanno presentato presso il Teatro Comunale F. Fenaroli una mostra estemporanea d’arte, a cura delle professoresse Di Leandro Monia, Russo Raffaella, Costantini Sandra e del professor Casciato Giuseppe, interpretando in modo creativo il tema del razzismo e dei muri, con particolare riferimento al Muro per eccellenza, quello di Berlino, dopo aver letto il libro “1989- Dieci storie per attraversare i muri”. Tale manifestazione era inserita all’interno del Progetto “Una casa…in Comune” promosso dall’Assessorato all’Istruzione di Lanciano.
Il libro si presenta come una raccolta di dieci racconti pubblicata da Orecchio Acerbo, Casa Editrice romana che ha compiuto una grande impresa, pubblicando il volume in contemporanea in Italia, Spagna, Francia e Germania, grazie ad un collaborazione internazionale, il 21 ottobre 2009, in occasione del ventennale dalla caduta del Muro di Berlino, “un grande errore, forse l’errore più grande del ‘900” che ha comportato “28 anni di divisione, tensioni ed odio tra due realtà diametralmente opposte, continuamente in contrasto”.
I brani presentati sono di 10 famosi autori europei (Barcelo, Boll, Camilleri, Daeninckx, Frisch, Kratochvil, Petrusevskaja, Schulze, Tokarczuk e Vamos), che hanno dato la propria interpretazione del concetto di muro, in tutte le sue accezioni e declinazioni, dai muri fisici, in cemento e mattoni, a quelli immateriali della mente e dell’anima, in cui odio, paura, timori, pregiudizi e, spesso, ignoranza, fanno da calce.
Il volume, immaginato per un pubblico di ragazzi, come si intuisce dal format, è in realtà adatto ad un target di lettori molto ampio; infatti racchiude sia la leggerezza con la quale si possono trattare con adolescenti temi di spessore quali il razzismo e le discriminazioni, sia la complessità che tali argomenti mostrano in una chiave di lettura più adulta.
Questa ambivalenza è stata sottolineata anche da uno degli autori, l’unico italiano, il grande giallista Andrea Camilleri (creatore del Commissario Montalbano) che in un’intervista ha dichiarato: “I ragazzi, se non vogliono trovarsi isolati in piccoli ghetti, non devono vivere più tra quattro mura, ma aprirsi al mondo, essere ricettivi e pronti a cogliere tutti i nuovi fermenti della società: insomma, devono aprirsi agli altri senza timore. Noi adulti, invece, abbiamo l’obbligo di coltivare la memoria, che necessita di una manutenzione quotidiana: dobbiamo proteggere il nostro passato dall’ insidia del tempo.”
L’antologia, curata dall’ australiano Michael Reynolds, è magistralmente illustrata dal tedesco Henning Wagenbreth, una delle matite più ricercate d’Europa, che, grazie ad un uso ricchissimo del colore e ad una fantasia a dir poco sfrenata, ha dato un tocco originalissimo alle storie.
Il libro accompagna il lettore con stili di scrittura differenti e racconti dalle trame più disparate, accomunate dal tema del muro, che divide l’uomo dal suo prossimo in nome di preconcetti basati su ideologie politiche, religioni, culto della razza, colore della pelle e qualsiasi elemento che determini una differenza, sia essa culturale, religiosa o fisica, alla quale si tenta di porre rimedio con la soluzione più semplice ed immediata: allontanare il diverso.
Personalmente, condivido il pensiero di Frida, la protagonista di uno dei brani, che afferma: “…con gli stessi materiali si possono costruire sia muri che ponti”. Questo concetto lo reputo sintesi perfetta del messaggio insito nel volume.
Dopo aver letto quest’antologia ed averne compreso il più profondo significato, abbiamo voluto reinterpretarla in chiave creativa realizzando un muro simbolico in cartone con graffiti (II B nelle foto), un fermo immagine teatrale e cartelloni ( che vedete nelle immagini realizzati dalla III C) e scrivendo testi creativi (III F). Non sono mancati interventi musicali (nel video).
Ecco alcuni dei testi da noi prodotti:
Francesca e Sofia si immedesimano nella vita di due gemelle costrette a separarsi a causa della divisione di Berlino avvenuta in seguito all’innalzamento del Muro.
“-Ciao io sono Anne Fischer.
-E io sono Evelyn Fischer.
-Siamo sorelle, i nostri genitori si sono separati ed io sono stata affidata mio padre.
-Io, invece, sono stata affidata a mia madre.
-Quando eravamo piccole, ricordo che ogni giorno ci incontravamo sulla nostra panchina…
-Ma quel 13 agosto 1961 la nostra panchina è sparita e al suo posto è sorto un muro, un grande muro!
-Nella mia Berlino parlavano in modo sprezzante dell’Ovest.
-Viceversa accadeva nella mia Berlino.
-Tutti i giorni, al cambio dei cecchini, ci incontravamo. Papà diceva che era rischioso.
– Anche mamma, però non li abbiamo ascoltati. Siamo arrivate al punto di fare un buco nel muro con un piccone pur di vederci.
-Evelyn mi parlava di jazz, rock, pop… diceva che erano generi di musica famosi, ma io non li avevo mai sentiti prima.
-Anne mi parlava di musica classica, mi diceva di non aver mai bevuto la coca cola e di non conoscere il rock. Non ci credevo: come faceva a non conoscere la coca cola e il rock?
-Durante quegli anni la nostra vita è cambiata. Io mi sono laureata in Scienze umane e ho imparato a suonare l’oboe.
– Io, invece, mi sono laureata in Ingegneria nucleare e aerospaziale e ho imparato a suonare la batteria. Nel frattempo, ho avuto tempo anche per l’amore e mi sono sposata.
-Anche io mi sono sposata!
-Siamo felici di essere di nuovo insieme! Non ricordavo di avere una sorella pazza per la musica classica.
-E io non ricordavo di avere una sorella pazza per il rock. Ma l’importante è che ora possiamo recuperare il tempo perduto.
-La caduta del muro ha portato anche al riavvicinamento di mamma e papà che adesso vivono, anche loro, felici insieme.”
Micaela si è chiesta quali fossero i pensieri del Muro di Berlino durante gli anni di Guerra fredda…
9 novembre 1989
28 anni di divisione,
28 anni di un mondo diviso a metà,
28 anni di odio,
28 anni di tensione,
Per colpa mia, tutto per colpa mia Ho separato famiglie intere, sono stato la causa di tante morti e di tanti arresti!
Ricordo ancora quella giornata. Ero li. Non sapevo perché, ma mi sentivo un ostacolo. Li sentivo, dicevano di voler dividere Berlino così come avevano fatto con la Germania.
Ricordo benissimo di quelle due gemelle: com’ erano unite e perseveranti! Non si sono mai separate seppur divise da me. Si confidavano ogni paura, ogni timore, ogni insicurezza e ogni tensione. quando, poi si sono riunite dopo molti anni, da bambine di otto anni si sono ritrovate adulte.
Lo ammetto. Sono stato un errore, forse l’errore più grande del Novecento.
Ma ora sono felice per aver terminato la mia inutile missione di separazione di due mondi in continuo contrasto… mi faceva male vedere gente che sacrificava la vita per attraversarmi! Io ero lì e non riuscivo a spostarmi. Ero fissato dalla calce, ma ciò che mi teneva veramente in piedi era l’odio.
Basta con i muri,
basta con le divisioni,
ABBATTIAMO I MURI E COSTRUIAMO I PONTI!!!
Ludovica prova ad ipotizzare la convivenza in un condominio della Germania Est dopo la caduta del Muro di Berlino:
VERBALE N. 3
o.d.g.
- Disagio condomini: problemi e risoluzioni;
- Varie.
“Il giorno 9 agosto 1995 presso il condominio Palast 23 si riuniscono i condomini per discutere l’o.d.g. in particolare per approvare un Piano per far fronte ai problemi sorti in seguito al trasferimento al quinto piano della famiglia Smith.
Il Von Peter, attento uomo d’affari, con i piedi saldamenti posti a terra, prende la parola e sentenzia:
“Sono alti, sono troppo alti e questo è causa di profondo allarme per tutti noi.”
La proprietaria del piano attico interviene prontamente precisando:
“Il Regolamento vieta severamente il passeggio lungo le rampe delle scale, ma questi ragazzi Smith ricevono amici a tutte le ore. Mi disturbano con i loro schiamazzi e questo andirivieni oltre a essere pericoloso, è indecoroso!”
“A questo proposito tengo a precisare “dice stizzita Frau Malier” che la signorina Smith si fa accompagnare dal ragazzo fino all’ uscio di casa e, più di una volta, si è messa con lui seduti sulle scale a parlottare e a mangiucchiare pop-corn e patatine ascoltando musica dalle cuffie! Tutto questo è scandaloso!”
Anche la maestra Paula Werther vuole dire la sua:
“Sentite! Quando stamattina sono andata a buttare i rifiuti, il cassone era già ricolmo di tanti sacchi di immondizia e poco prima c’era stata la Smith. Questi giganti mangiano troppo e si ingozzano di salse, hot dog e wustel in grande quantità il tutto innaffiato da bibite gassate e appiccicose. Se non facciamo qualcosa il cortile del condominio sarà presto invaso dai topi. I bambini, poi, potrebbero ricevere un cattivo esempio da questa gente, visto il loro comportamento!”
Von Leufried irrompe con voce roca tuonando:
“Tornano tardi la sera e fanno la doccia versando inutilmente litri e litri di acqua e così vuotano il serbatoio condominiale. Inoltre, non sono solo alti e grossi, ma anche eccessivamente allegri. Quando li sento arrivare a volte canticchiano! Ma che hanno da cantare???.”
Frau Muller, figlia di un noto erborista, sente il bisogno di confidare:
“Forse non dovrei dirlo … voi sapete del furto avvenuto l’altro giorno a casa mia! Penso che sia colpa loro …lasciano sempre il portone aperto e, a volte, aprono pure le finestre lungo l’area condominiale … e poi, la loro altezza parla chiaro … sarà stato un gioco da ragazzi introdursi al primo piano per questo tipo di gente. E’ nostro dovere fare qualcosa prima che sia troppo tardi.”
Allora Margot, il più rispettato tra tutti i condomini, comincia a parlare solennemente: “Amici, calmi, siamo stati tutti giovani e sappiamo bene che il tempo a quell’ età non basta mai! Io credo che reagire così non sia costruttivo… Chiamiamoli e parliamo con loro…inoltre, propongo di affiggere un comunicato in bacheca in cui sia scritto:
“ IL PORTONE D’INGRESSO DEVE RESTARE CHIUSO – DALLE 14 ALLE 16 E DALLE 22 ALLE 8 DI MATTINA BISOGNA EVITARE DI FARE RUMORI – E’ NECESSARIO PORRE ATTENZIONE QUANDO SI DIFFERENZIANO I RIFIUTI.”
Voglio ricordarvi che Plutarco, Carlo Magno, Tommy Smith erano alti di statura, ma con la loro vita hanno lasciato un segno indelebile nella società…”
Silenzio e cenni di assenso. La seduta è tolta.
Il muro costruito da parole cariche di intolleranza era stato eretto e il rifiuto del diverso lo aveva cementato. Il condominio “Palast 23”, però, si avvia ad abbatterlo con il dialogo e la comprensione.
Mari ci propone una sua interpretazione di muro
Sono Josè, ho 23 anni e voglio superare il confine che mi divide da una nuova vita: mi piacerebbe andare all’ università e studiare, farmi una famiglia e iniziare a lavorare, tutte cose che qui, purtroppo, nel mio Paese non si possono fare perché non ci sono abbastanza opportunità per giovani come me.
Chiedo a tutti di aiutare gli immigrati perché siamo, innanzitutto, una risorsa e non un problema,
Chiedo che siano considerati parte del tutto e non differenti.
Le differenze sono solo apparenti, perché nella realtà siamo tutti uguali.
Sono sicuro che ce la farò, perché credo in me e nei miei sogni, ma soprattutto credo in tutti voi .
Di Iulio Piera 3^ F