Settimana della Memoria…e non solo

Un telo bianco in fondo alla sala, una luce intensa sfumata da varie gradazioni di rosso, azzurro, verde...un’ ombra…un uomo che impugna un clarinetto e suona: un lungo, lungo, lungo suono…già sentito, sì, ecco: una sirena…

Sei donne vestite in abito scuro si alternano, ai due lati dell’ombra, ad un microfono e raccontano storie. Storie di profughi, rifugiati, uomini trascinati in vagoni di treni puzzolenti, stipati come animali; poi, spinti con violenza nel fango, marchiati come bestie, deprivati persino del nome che crudamente viene sostituito da numeri dall’aspro odore di carne bruciata…

E bambini, quelle anime innocenti, incuranti persino della storia e della follia che li circonda, perchè proiettati nel futuro che loro son sicuri sia fatto di gioie ed amori.

Bambini agonizzanti appesi ad un cappio, ancora vivi, con la lingua protesa in avanti e gonfia: uomini e donne composte che gridano pietà ad un Dio che sembra scomparso nel nulla.

E bambini fortunati della loro ingenuità che assistono impotenti alla scomparsa improvvisa di quella vecchia signora che placida, serena ogni giorno rivolgeva loro sguardi e parole dolci e delicate.

Storie, storie di vita vissuta nel periodo sbagliato, in cui uomini (solo uomini) tengono in scacco intere Nazioni con la violenza, con la censura, con l’intimidazione ed il ricatto.

Ed ancora: un uomo, ormai non troppo giovane, solo, nella sua casa padronale in cui riecheggia ancora il ricordo di grandi balli e cerimonie lussureggianti dai quali, però, egli era sempre escluso a causa della sua “diversità”. Un uomo semplice nel pensare, lento, probabilmente, legato ad un fiore, suo unico sostegno. Perchè i fiori sono la sua passione ed una serra rappresenta per lui la speranza di rivedere i suoi genitori che non comprende essere già morti.

Storia di un disabile e di un’ infermiera che lavora per il regime del Fuhrer, un regime in cui il disabile deve dimostrare di non esserlo “geneticamente”. Storia di una donna che salva quest’uomo, spingendolo persino a non essere così dolcemente ingenuo..storia di violenza evitata, ma fatta di paura e sotterfugi. Storia di fiori che salvano due persone “sbagliate”.

L’Istituto Comprensivo “Mario Bosco “ di Lanciano (con le Sue Scuole Maria Vittoria (Infanzia), Eroi Ottobrini (Primaria) e “G. Mazzini” (Secondaria)) ha dedicato una settimana alla riflessione e al ricordo degli eventi legati alla Shoah.

Il Caffè letterario…e non solo (Associazione culturale nata, per iniziativa del Dirigente scolastico Dott.ssa Mirella Spinelli e dei docenti, nel marzo 2017, in seno all’Istituto, con l’intento di “aprire” gli spazi della Scuola al territorio, per creare momenti di diffusione e condivisione di tematiche diversificate di spessore culturale) ha organizzato nella Sua sede, nell’aula Magna della Scuola Secondaria “G. Mazzini”, due eventi affidati a due Associazioni che operano, attraverso il linguaggio teatrale, sul territorio: il 22 Gennaio l’Associazione culturale Drago D’Oro di Atessa ha presentato una performance dal titolo “La Shoah tra luci …ed ombre. Lettura di testimoniane con la partecipazione del Prof.  Angelo Castronovo (docente di Clarinetto, presso la stessa Secondaria) durante il quale sono stati costruiti momenti di forte tensione emotiva da cui è scaturita una generale commozione.

Il 25 Gennaio, invece, il Teatro Studio Di Lanciano/ Treglio ha ospitato le Classi della “G. Mazzini”, presentando lo spettacolo “T4. Tiergartestrasse 4” di Pietro Floridia con la regia di Carmine Marino dell’Associazione “Il Ponte” di Lanciano e con la partecipazione di Rossella Gesini del Teatro Studio.

Silenzio, ragazzi tesi, attenti, commossi, felici del lieto fine, ma amareggiati per quel che è stato.

Molti sono, inoltre, stati gli interventi nelle classi di tutto l’Istituto: riflessioni su letture, film, documentari per creare una suggestione, per lasciare nei ragazzi grandi e piccoli, non mere informazioni, ma sentimenti, toccare le loro corde più profonde, non solo le menti e la memoria.

“Solo lasciandosi andare all’emozione, i ragazzi possono ricordare, solo attraverso le immagini il giovane di oggi può imprimere nella sua mente e nel suo cuore ciò che è stato” . Queste le parole della Dirigente.

“In una società globalizzata,” continua” in cui i ragazzi hanno facile accesso alle informazioni, la Scuola deve ricorrere a nuove strade per accostarsi a loro e perchè l’informazione, i dati diventino vera conoscenza, divengano, cioè, patrimonio del ragazzo capace di “ancorare” quanto vedono e sentono.

Ciò è possibile solo coinvolgendolo nella sua totalità, facendogli vivere anima e corpo quanto si vuole loro insegnare”.

Ecco l’intento della Settimana della Memoria promossa da Il Caffè letterario…e non solo, dai Docenti tutti e dalla Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Mario Bosco”.

Per non dimenticare…

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