Quando il bianco e il nero sono una passione, ma non è solo calcio!
Quando ho cominciato a studiare pianoforte avevo solo nove anni.
E’ stata un’idea di mia mamma: aveva un amico pianista.
Quando mi ha portata da lui per la prima volta e mi sono seduta su quello sgabello, me ne sono innamorata!
Sapevo che sarebbe stato difficile: avrei dovuto studiare molto, con costanza e con concentrazione. Ma, alla fine, ho deciso di farlo.
Ero contentissima sia per la strada che stavo intraprendendo (che per me era una cosa nuova!), sia perché i miei genitori erano felici della mia scelta.
Soprattutto mia mamma, che aveva iniziato a suonare questo magnifico strumento anche lei da giovane, ma che, purtroppo, ha dovuto lasciarlo per via dello studio.
Quando ero più piccola davo poco peso alla musica, soprattutto a quella classica… la trovavo noiosa! Invece, adesso è parte integrante della mia vita e sinceramente, ora come ora, trovo praticamente impossibile separarmene. Se lo facessi, sarebbe come se mi separassi da una parte di me.
Dunque, ho intrapreso il mio cammino di studio del pianoforte gradualmente: ho iniziato con brani che adesso riuscirei a suonare a memoria e sono giunta a quelli ai quali dedico ore ed ore di studio per riuscire a suonare almeno decentemente.
Il mio rapporto con il pianoforte è sempre stato splendido: ho, però, avuto molti alti e bassi, momenti in cui mi sono scoraggiata… ma poi mi sono subito ripresa.
Adesso ho 13 anni e sono fiera della scelta che ho fatto: non riesco a descrivere le sensazioni che provo quando suono. Sono molte, molti sono i pensieri che mi prendono. E non riuscirei nemmeno a descrivere quel senso di fierezza, di gioia, di leggerezza che provo quando finisco di eseguire un brano, oppure quando mi esibisco nei saggi o anche nei concorsi: lì metto in gioco tutta me stessa.
Con il mio insegnante, Marco Colacioppo, ho un rapporto stupendo. Credo che sia uno dei pianisti più bravi di Lanciano, se non di tutt’Italia: ha studiato nelle scuole più prestigiose ed ha suonato per varie occasioni in tutto il mondo.
Mi ha vista crescere sia fisicamente, sia caratterialmente, sia musicalmente e proprio per questo lo considero come un secondo padre.
A lui devo praticamente tutto: tutta la pazienza che ha avuto (e con me ce ne vuole molta!!) e tutto l’aiuto che mi dà giorno per giorno.
Tutto… grazie a lui.
Non abbandonerò mai lo studio del mio strumento, perchè se lo facessi sarebbe come abbandonare una parte di me stessa…la mia passione…la mia vita!
Il brano che eseguo per voi è il Notturno di F. Chopin Op. 9 n. 2
Aurora S. 3^ F